Divorzio con figli minorenni

La fine di una relazione è sempre un momento triste e doloroso, vissuto con un pesante carico di emotività, soprattutto se ci sono figli minorenni da tutelare. In questo caso, loro sono le prime persone a cui pensare, e la situazione dovrebbe essere gestita in modo da recare ai bambini – o ragazzi – il minor danno possibile. Cercheremo quindi di fare chiarezza su questo argomento difficile, per superare questa circostanza nella maniera più adeguata.

Separazione e divorzio – le differenze

Solitamente si tende a vedere la separazione come un passaggio che precede il divorzio. E non è sbagliato: per poter divorziare è necessario prima separarsi, e ci vuole del tempo – dopo la separazione – per poter iniziare il procedimento di divorzio.

È possibile, tuttavia, decidere di fermarsi alla separazione. In questo caso il legame tra i coniugi non cessa completamente, cosa che avviene invece con il divorzio. Un coniuge separato, per esempio, non avrà la possibilità di risposarsi. Rimane anche il diritto all’eredità; questo significa che in caso di morte di un coniuge, l’altro erediterà i suoi beni. Ciò vale anche per quanto concerne la pensione di reversibilità. In caso di divorzio, invece, questi diritti cessano (seppure con qualche eccezione dipendente dai singoli casi).

L’assegno di mantenimento che si ottiene con la separazione dovrebbe tendere a mantenere lo stesso tenore di vita che il coniuge aveva nel matrimonio. L’assegno divorzile, invece, deve soltanto garantire l’autosufficienza economica.

I costi delle procedure sono gli stessi. Cambiano piuttosto in base alla tipologia: separazione o divorzio consensuali sono più economici di separazione o divorzio giudiziari (poiché questi ultimi implicano una causa).

Divorzio consensuale vs divorzio giudiziale

Tendenzialmente si opta per un divorzio consensuale, procedendo al giudiziale soltanto qualora non sia possibile raggiungere accordi con il coniuge circa le varie questioni da risolvere, come mantenimento, assegnazione della casa coniugale, affidamento dei figli).

In caso di divorzio consensuale, è possibile depositare in tribunale un ricorso congiunto, effettuare una dichiarazione congiunta al sindaco del comune in cui è avvenuto il matrimonio o avviare una negoziazione tramite avvocati. Saranno loro, a quel punto a mediare la comunicazione tra i coniugi. Questo può spaventare, perché ci si trova a confrontarsi con una figura nuova e non si sa a chi rivolgersi, ma si tratta di una situazione molto più diffusa di quello che si pensa: sono moltissimi, infatti, gli avvocati specializzati proprio in questa problematica. Se questo è il vostro caso, potete visitare il sito https://www.avvocatomeatrezzi.it/settori-di-attivita/.

In caso di divorzio giudiziale, invece, la procedura sarà più lunga e complessa, in quanto sarà necessario depositare un ricorso in tribunale e presentarsi a un’udienza, che darà inizio a un vero e proprio processo.

Tutelare i bambini

Che si opti per la separazione o per il divorzio, nulla cambia riguardo al rapporto con i figli: in entrambi i casi sussiste il diritto di visita (secondo modalità e tempi decisi dal tribunale) e l’obbligo di un assegno di mantenimento, che deve garantire al figlio lo stesso tenore di vita che aveva prima della separazione dei genitori.

Nonostante l’assegno, il compito di provvedere al mantenimento dei figli spetta a entrambi i genitori. Tutte le spese straordinarie – come gite di studio, spese mediche ecc – saranno divise tra i genitori al 50% (a meno che il tribunale non disponga diversamente).

Nel caso di divorzio consensuale, spetta al giudice valutare che l’accordo preso dai coniugi sia equo e tuteli gli interessi dei figli. Nel divorzio giudiziale, invece, il presidente del tribunale ha il compito di prendere provvedimenti temporanei per i minori fino alla sentenza.
Per quanto riguarda l’affidamento – se non ci sono particolari ragioni che lo sconsigliano – si predilige il regime condiviso, che permette ai genitori di prendere le decisioni importanti per i figli insieme, in modo congiunto.

Nel caso in cui sia stato disposto l’affidamento esclusivo, allora spettano al coniuge affidatario tutte le decisioni riguardanti il figlio, senza necessità di consultare il coniuge.

Come abbiamo visto, esistono diverse soluzioni per affrontare questo spiacevole momento. La cosa più importante è prendersi del tempo per vagliare le possibilità, magari consultandosi con un avvocato che saprà indirizzare verso la direzione giusta.