Donazione indiretta: come tutelare i propri beni

Cosa si intende per donazione indiretta? Succede spesso, ad esempio, che un genitore acquisti una casa per donarla al proprio figlio oppure che gli faccia una donazione in denaro. La donazione, secondo l’articolo 769 del codice civile, è un contratto con il quale una persona trasferisce un proprio bene, oppure un diritto facente parte del proprio patrimonio, ad un’altra persona. Come spiega l’avvocato civilista Marco Ticozzi, quello che caratterizza la donazione indiretta è lo spirito di liberalità del donante. Questo fattore comporta, senza richiedere in cambio alcun corrispettivo, un arricchimento di chi riceve la donazione. Secondo la normativa di riferimento il donatore può donare qualsiasi bene di sua proprietà, inclusi i propri diritti. Però la donazione per essere perfezionata necessita di un notaio che deve redigere un atto pubblico. Per poter redigere questo atto servono due testimoni. Se si tratta di un immobile, il notaio deve eseguire alcune verifiche prima: acquisire le visure ipotecarie, acquisire le visure e le planimetrie presso l’Agenzia delle Entrate, accertare la conformità urbanistica del bene. Vediamo insieme alcuni esempi di donazioni indirette e quali sono le motivazioni che possono portare alla loro revoca.

Alcuni esempi di donazioni indirette

La donazione indiretta si ha ogni qualvolta si compie un atto che impoverisce il donatore arricchendo il beneficiario a titolo gratuito. Alcuni esempi possono essere: una vendita a prezzo irrisorio di un bene, un contratto a favore di una terza persona, il pagamento di un debito altrui oppure accollarsi un debito altrui. Può verificarsi anche tramite operazioni societarie complesse come fusioni o aumenti di capitale. Un altro esempio potrebbe essere l’acquisto di un immobile da parte del genitore per il figlio. In questo caso la Cassazione ha sancito, sentenza 21494/2014, che questa tipologia di donazione indiretta non rientra nella comunione di beni tra i coniugi. Quindi se un genitore compra un immobile,  oppure dona il denaro per l’acquisto di un immobile, intestandolo al proprio figlio, questo rimarrà sempre di proprietà personale non in comunione con il coniuge.  Per quanto riguarda l’imposta di donazione, questa è dovuta anche in caso di donazione indiretta. Per quanto riguarda la compravendita immobiliare però, il soggetto può dichiarare che non è avvenuto da parte dell’acquirente ma piuttosto da soggetti terzi. Sempre riprendendo l’esempio del genitore che ha donato denaro al figlio per l’acquisto della casa, il figlio può dichiarare che il pagamento è avvenuto in maniera diretta dal genitore donante evitando così la tassazione. Ma per fare questo il figlio deve fornire le apposite prove. Infatti all’Erario dovrà corrispondere solamente l’iva effettuata sul trasferimento immobiliare oppure la tassa di registro.

La revoca delle donazioni

Le donazioni indirette non possono essere revocate una volta accettate dal ricevente, se non nei casi espressamente previsti dalla legge. Ad esempio possono essere revocate per ingratitudine: in caso si presenti un fatto molto grave compiuto dal donatore contro il ricevente. Si può revocare per sopravvivenza dei figli: cioè se il donante scopre dell’esistenza di un altro figlio (anche se solo in fase di concepimento). In questo caso è facoltà di chi dona scegliere di revocare oppure no. Un esempio pratico potrebbe essere quello dei promessi sposi: quando una delle due parti rifiuta di sposarsi. Quindi per concludere possiamo dire che quando effettuate un regalo, tranne che per alcuni casi, questo rimarrà per sempre al ricevente.