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Il popper, o anche detti “i popper” per via della loro disponibilità sotto forma di bottigliette, è un liquido trasparente, ricavato da nitrito disponibile in varie forme: propile, amile, butile, alchile e ancora molti altri. La sua prima comparsa si deve ad Antoine-Jérôme Balard, chimico che nel 1844 sintetizzò il popper per il trattamento dell’angina pectoris, una malattia che riduce l’apporto di ossigeno ai polmoni ed al corpo. Il merito di trovarne un uso alternativo, specificatamente destinato a problemi di cuore e intossicazioni di cianuro, va invece a Thomas Lauder Brunton, altro chimico di origini scozzesi. Durante gli anni ’70, nel boom delle droghe allucinogene, fu scoperto un uso del popper come sostanza ricreazionale, nonché sessuale. Se in un primo tempo il popper è passato immediatamente sotto l’incudine dell’illegalità, è stato poi permesso il commercio in dosi molto specifiche. Il popper non è tuttavia una droga, né possiamo dire ne ha gli effetti, sebbene il consumo di materiale scaduto possegga quasi tutti gli effetti collaterali tipici. Il suo effetto è quello di dilatare i vasi sanguini, euforizzare, rilassare e aumentare le reazioni del corpo in ambito, soprattutto, sessuale. Oggi il popper viene consumato soprattutto durante serate ad “alti giri”. Il popper, ripetiamo, è assolutamente legale.
L’uso dei “poppers”
Fino a qualche decennio fa, il popper era utilizzato anche come una variante di anabolizzante per i polmoni, specialmente da parte di fumatori incalliti. I problemi cardiologici derivati dall’esposizione prolungata al fumo, tuttavia, sono stati poi risolti in parte dalla trinitrina, lasciando al popper un uso prettamente ricreazionale. Potrebbe apparire strano che una droga sia commerciabile legalmente in Italia, infatti NON è una droga. Stiamo parlando di una sostanza il cui effetto è piuttosto moderato e con proprietà medicinali che rimangono importanti in alcune situazioni. Fino alla fine degli anni ’60 il popper era disponibile soltanto previa prescrizione medica, un po’ come oggi lo è la cannabis sativa, ma erano già utilizzati negli anni ’70 come “profumatori per ambienti”, dalle notevoli proprietà afrodisiache. Così, nello stesso decennio, il popper è diventato una presenza fissa a qualsiasi festa, era facile da reperire, al punto da trovarlo persino nei bar. In alcune discoteche il popper era persino diffuso insieme all’aria condizionata, così che oggi, dopo un periodo di “bassi”, il popper è tornato come sostanza in grado di accompagnare serate musicali di EDM e molti altri generi.
Il segreto: il popper non è droga
Quindi, il grande motivo per cui i poppers sono concessi in Italia, è che più che una droga, con i suoi effetti di dipendenza e assuefazione, è uno stimolante, con effetti collaterali visibili soltanto ad alte concentrazioni. I flaconi di popper (che, curiosità, si chiama così per via del “pop” che fanno le bottigliette una volta aperte) sono estremamente utili per aumentare il piacere sessuale, ruolo in cui hanno visto il loro uso più preponderante. In realtà, però, questa sostanza ha l’effetto di rilassare e donare un “calore”, simile ad un euforico ma con intensità molto più lievi e senza i terribili effetti da dipendenza delle droghe. La grande fama di “droga del piacere” la si deve soprattutto all’euforia che si prova durante l’assunzione, la quale tende a sciogliere diverse inibizioni.
Il popper aumenta le prestazioni sessuali?
Sotto l’aspetto puramente oggettivo, il popper può migliorare le prestazioni, soprattutto sotto il punto di vista di una muscolatura più rilassata e un orgasmo più prolungato. Ovviamente, con muscoli più rilassati, risulta più piacevole l’intero rapporto. I dosaggi molto contenuti sono studiati affinché si possano assumere quantità moderate, ottenendo però gli effetti migliori. Come si usa però con sicurezza il popper, o i popper? La parte più importante riguarda la conservazione: essendo una sostanza perlopiù volatile e infiammabile, è necessario che il popper venga conservato con cura. Evitiamo quindi luoghi caldi con fonti di calore vicino e predilegiamo posti freschi, asciutti, come magari un frigorifero, dove oltre che a prolungare la durata, evitiamo che le sostanze interne evaporino. Tuttavia, anche con una corretta conservazione, non è da superare il tempo limite di quattro settimane dopo l’apertura. I popper conservati male sono da bandire ed evitare, in quanto possono causare nausea, vomito e persino disturbi più gravi